buona giornataaaaaaaaaaaaaaa
almanacco del giorno:la chiesa festeggia
I principali santi festeggiati oggi
S. MARIA MADDALENA di Marsiglia
S. Cirillo vesc.
S. Gualtero
Un consiglio quotidiano dalla saggezza popolare
"Il dubbio è il padre del sapere"
L'etimologia e il significato dei nomi
Maddalena
Etimologia: Il latino ecclesiastico "Magdalena", deriva dall'ebraico "Migdal", nome etnico designante la provenienza dal villaggio di "Magdala", porto della Galilea, e un tempo fiorente cittadina. Diffuso in tutta Europa , nelle versioni "Madelaine", "Magdelen" e "Madeleine".
Carattere: Assolutista, fa tutto con estrema rapidità, come se la vita dovesse scapparle di mano prima di aver realizzato tutti i suoi sogni. Desidera una storia d'amore così tanto da innamorarsi spesso della persona sbagliata. Quando è in crisi ama girovagare, ritornare nei posti romantici che lei sola conosce, meditare a lungo sui misteri della vita e della morte. E' altruista, ma non ammette il tradimento e quando si sente imbrogliata o delusa, chiude subito il rapporto.
Numero fortunato: 1
Carattere e personalità di chi è nato in questo giorno
Sei un eccellente organizzatore; sicurezza, prontezza di spirito ed intelligenza ti mettono in grado di affrontare felicemente qualsiasi impresa. Bada però a non essere troppo duro con gli altri e, soprattutto in amore, a non dimenticare le esigenze di chi ti sta vicino.
Curiosità e fatti storici accaduti in questo giorno
"1983: a sud di Londra viene scoperto lo scheletro di un dinosauro carnivoro, di specie sconosciuta, vissuto circa 124 milioni di anni fa. E' alto quasi 5 metri e doveva pesare circa 2 tonnellate."
Personaggi famosi di oggi e di ieri nati oggi
Alessandro Magno - 356 a.C.
Damiano Damiani - 1922
Ferruccio Amendola - 1930
Cesare Casella - 1969
Invenzioni e scoperte effettuate in questo giorno
Scienza
Quasi sempre primi in questo genere di cose, gli Stati Uniti lanciano il primo satellite per lo studio della Terra il 23 luglio 1972. Si chiama Landsat-1 (Erts-1) ed è dotato di sensori ottici e all'infrarosso per fotografare la superficie terrestre a seconda della sua morfologia. Il primo satellite di telerilevamento delle risorse e dello stato di salute della Terra riesce a documentare, infatti, gran parte del suo inestimabile patrimonio, costituito dalla vegetazione, dall'acqua, dalle rocce, dalle città e via dicendo. L'Europa "risponderà" con l'Ers-1, il primo satellite per telerilevamento, che viene lanciato però soltanto il 16 luglio 1991, diciannove anni dopo quello americano.
oggi e' anche l'anniversario della morte del grande giornalista
INDRO MONTANELLI
Indro Montanelli
Coscienza civile del Bel Paese
22 aprile 1909Ariete
22 luglio 2001
Da quando Indro Montanelli è scomparso la sua mancanza all'interno della cultura italiana si nota in maniera importante; il ricordo della sua presenza sanguigna e amante della verità riacutizza sempre più il dolore per la sua perdita. Montanelli era, oltre un cane sciolto, un personaggio incapace di aderire ai luoghi comuni più conclamati, l'ultimo vero inviato d'assalto, un esempio di quel tipo di giornalismo che sembra ormai scomparso, quello che produceva storia nel suo farsi.
Nato il 22 aprile 1909 a Fucecchio, un paesino a metà strada tra Pisa e Firenze, a sentire quanto disse lui stesso crebbe con la passione del giornalismo scritta nel sangue, forse trasmessa dal DNA del nonno, Giuseppe Montanelli, anch'egli scrittore nonché politico.
Dopo aver conseguito due lauree, una in giurisprudenza e l'altra in scienze politiche, emigra in Francia dove assunto da "Paris Soir" inizia la sua carriera come reporter. Cresciuto e plasmato però sotto l'egida del fascismo nel 1935 decide di partire e arruolarsi nel ventesimo battaglione eritreo, esperienza raccontata in un diario pubblicato e recensito in Italia in maniera entusiastica da Ugo Ojetti (un mostro sacro della carta stampata purtroppo caduto nel dimenticatoio). Questa del diario è ancora la fase dello "scrittore" Montanelli, in cui però si intravede già la stoffa del grande testimone.
Intanto si reca in Spagna per il "Messaggero", dove nei suoi resoconti si esprime senza peli sulla lingua contro il regime. Un atteggiamento che non può piacere al regime nostrano che ne ordina il rimpatrio, espellendolo non solo dal partito ma anche dall'albo professionale. Come contropartita, forse nell'illusione di addomesticarlo, viene mandato da Bottai a dirigere l'Istituto italiano di cultura in Estonia per un anno. Tornato in Italia, gli viene riconsegnata la tessera di giornalista, ma rifiuta di richiedere quella del Partito fascista.
E' in questo momento storico che nella vita di Montanelli si affaccia il "Corriere della sera", il quotidiano diventato poi per lui una sorta di seconda casa. L'allora direttore Aldo Borelli memore del contenuto e dello stile del famoso 'Diari', e consapevole delle qualità ormai dimostrate dal giovane inviato, lo vuole caparbiamente con sé nella sua scuderia. Mai intuizione si è rivelata più azzeccata, se è vero che il legame fra Montanelli e il quotidiano di via Solferino si è succeduto, pur con alti e bassi, per più di quaranta anni.
In seguito numerose sono state le testimonianze rese da questo acuto osservatore in una serie di reportages divenuti memorabili e che lo hanno innalzato al rango di principe del giornalismo.
E' in Germania quando il Terzo Reich avanza verso Danzica e parla con Adolf Hitler in persona.
Poi va in Finlandia e Norvegia, e proprio le corrispondenze sul conflitto russo-finlandese lo impongono definitivamente come grande inviato. Nel 1944 finisce in prigione a San Vittore per antifascismo e viene condannato a morte dai nazisti, ma scampa miracolosamente alla fucilazione per intervento della madre, che riesce a far intercedere per lui l'allora arcivescovo di Milano, cardinale Ildefonso Schuster (ma questo lo scoprirà lui stesso solo qualche decennio dopo). La prigionia gli suggerisce uno dei suoi libri più belli, "Il generale Della Rovere", che tradotto in film da Roberto Rossellini riceverà il Leone d'oro a Venezia.
Uscito da S. Vittore si rifugia in Svizzera ma finita la guerra, torna al "Corriere della sera" come inviato. Tra i primi a giungere nella Budapest insorta, Montanelli scrisse che non si trattava di ribelli borghesi, ma di "comunisti antistalinisti", un'affermazione che gli attirerà gli strali della sinistra italiana.
Dalle colonne del Corriere il gran toscano ha giudicato negli anni l'Italia e gli italiani secondo un modello interpretativo che era stato proprio di alcuni suoi maestri come Prezzolini, il più ricordato e forse il preferito (anche per via di alcune affinità caratteriali). Ma il giornalista, pur fustigando da par suo tutti i difetti della gente italica e del suo stile, è sempre rimasto legato alla sua terra, testimoniando negli anni indiscutibile fedeltà ed attaccamento sentimentale.
Dopo le amarezze subite per via della conduzione orientata a sinistra del Corriere negli anni '70, quando direttore era Piero Ottone, un Corriere che ormai il vecchio Indro non riconosceva più come suo, nel 1974 fondò con l'ausilio di alcuni colleghi e fuoriusciti del Corriere il "Giornale Nuovo", oggi conosciuto semplicemente come il "Giornale" (ma solo qualche anno fa chiamato ancora familiarmente "Il Giornale di Montanelli").
E' la stagione del terrorismo, delle Br e anche Montanelli subisce un'attentato, per fortuna non mortale: gli sparano alle gambe il 2 giugno del 1977, accanto ai giardini di via Palestro, a Milano. La sua vecchia "casa", il Corriere, nel darne la notizia non lo nomina neanche ma si limita a dedicargli una colonnina con l'indegno titolo di "Gambizzato un giornalista".
Partito bene, con gli anni, però, anche il Giornale cominciò a perdere copie, entrando in un'insanabile crisi economica. Il quotidiano fu così rilevato da Silvio Berlusconi, che lo portò di nuovo ad alti livelli. Ma con la discesa in campo sul terreno della politica dell'imprenditore milanese vennero alla luce alcuni contrasti fra quest'ultimo e il grande giornalista circa la linea editoriale. L'anarchico Indro mai e poi mai avrebbe potuto piegarsi ad un diktat, da qualsiasi parte venisse, e così, all'alba degli ottant'anni decise di buttarsi nella direzione di un nuovo quotidiano "La Voce", espressione di una destra liberale e anticonformista.
Purtroppo, nonostante le premesse, il risultato non fu dei migliori. "La Voce" chiuse ufficialmente il 12 aprile del 1995. A quel punto prima decise di collaborare con la rete tv TMC, non senza continuare a pubblicare sapidi editoriali sul Corriere, poi, con l'invenzione de "La stanza di Montanelli", una rubrica basata sul dialogo con i lettori, decise di tornare alla grande al centro del dibattito politico e storico. Prima della Stanza l'allora direttore Paolo Mieli con un gesto che lo stesso Montanelli disse di non aver mai dimenticato, gli offrì la direzione del Corriere al posto suo, ma Indro forse ormai stanco preferì la formula più rilassata della posta dei lettori.
Il grande giornalista si è spento domenica 22 luglio 2001 all'età di 92 anni, dopo essere stato ricoverato per tre settimane in una clinica di Milano in seguito ad un malore.
Memorabile è rimasto il suo necrologio-epitaffio scritto di suo pugno nello stile asettico che gli era proprio quando parlava di se stesso ma per ciò stesso altamente commovente
"Qui giace Fortebraccio, che segretamente amò Indro Montanelli. ...
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]Aforismi di Indro Montanelli [/size]
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Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente.
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Un giorno dissi al cardinal Martini: ma non si può scomunicare la televisione, non si possono mandare al rogo un pò di quelli che la fanno?
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Sempre più si diffonde sulla nostra stampa il brutto vezzo di chiamare Andreotti col nome di Belzebù. Piantiamola. Belzebù potrebbe anche darci querela.
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Anche quando avremo messo a posto tutte le regole, ne mancherà sempre una: quella che dall'interno della sua coscienza fa obbligo a ogni cittadino di regolarsi secondo le regole.
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I nostri uomini politici non fanno che chiederci a ogni scadenza di legislatura un atto di fiducia. Ma qui la fiducia non basta: ci vuole l'atto di fede.
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Non ho paura della morte, ma di morire.
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La corruzione comincia con un piatto di pasta.
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Il manuale dal titolo: 'Della donna non si butta via niente. Con 21 ricette per cucinarla' suggerisce un approccio inusuale con le donne. Un'idea originale, non v'è dubbio. Peccato che il problema con le donne, non sia cucinarle. Ma digerirle.
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È pericoloso porre in modo sbagliato questioni sostanzialmente giuste.
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La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi.
ESEMPIO DI UOMO VERAMENTE LIBERO CHE NON HA ESITATO AD ABBANDONARE PER DIFENDERE LA PROPRIA INDIPENDENZA ED ONESTA' INTELLETTUALE....
merce rara oggi ....ho visto in tv ieri sera un sevizio su di lui molto bello ed interessante