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| Carlo Conti e l’assenza del padre: ‘Non avevo nessuno che facesse il tifo per me’
Ospite all’Arena, il presentatore racconta di come sia stato crescere senza il babbo e di come sia oggi essere padre del piccolo Matteo: “Lui per me è il 100% di share”
“Per 20 anni non ho mai sentito la mancanza del babbo, anche grazie a mia mamma, poi c’è stata un’occasione in cui mi sono accorto della sua assenza” così Carlo Conti ospite all’Arena racconta a Massimo Giletti com’è stato crescere senza un padre (che morì quando aveva solo 18 mesi), e di come sia adesso fare il papà del piccolo Matteo. “Avevo 20 anni e stavo giocando a tennis con Pieraccioni . Il suo babbo era venuto a vederci giocare e lo incitava dietro la rete del campo. Ad un certo punto sono andato a recuperare una pallina e mi sono reso conto che questa figura per me dietro la rete che mi incitava non c’era e mi è mancato”.
Ripercorrendo alcune pagine del suo libro “Si dice babbo!“ il presentatore continua: “Ho solo una foto con lui, quella del mio primo complenno perché poco dopo lui si è ammalato. Mia madre è stata fortissima, ci ha insegnato due cose: sempre avere la tavola apparecchiata anche se eravamo solo noi due e guardare a chi sta peggio di te”.
Adesso nella sua vita però si sono aggiunti altri due posti a tavola: quello della moglie, Francesca Vaccaro, ex costumista Rai sposata nel 2012 e quello del piccolo Matteo, i suoi due grandi amori: “Con Francesca c’è una affinità pazzesca, vediamo entrambi il bicchiere mezzo pieno, ci accontentiamo di poco, ci divertiamo a fare la spesa, ci piacciono le piccole cose e poi c’è l’amore e c’è Matteo. Ad un certo punto nella vita non hai più voglia di fare il battitore libero, hai voglia di condividere il tuo quotidiano”.
E interrogato su cosa sia la felicità ha spiegato “Ho fatto fare il pass a Matteo per Sanremo, perché l’ho portato all’Ariston per fargli vedere le prove, quello per me era il 100% di share, la felicità vera”.
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