FERRARA - la mia città

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affar
view post Posted on 1/11/2010, 05:47     +1   -1




Emilia Romagna - Ferrara

Il Castello Estense
La nostra visita di Ferrara (133.270 ab., 9 m sul livello del mare), situata a pochi chilometri dal Po, nella parte nord-orientale dell'Emilia Romagna, inizia dal Castello Estense, situato nel centro storico della città che dal 1995 è stato inserito dall'UNESCO nella lista del patrimonio mondiale dell’Umanità, quale esempio di arte rinascimentale perfettamente conservato.

Costruito da Niccolò II lo Zoppo come una fortezza, secondo un progetto di Bartolino da Novara (1385), il Castello Estense diviene dimora ducale dalla seconda metà del '400.


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Le origini di Ferrara sono avvolte nel mistero. Il suo nome comparve per la prima volta in un documento dell’anno 753, emanato dal re longobardo Desiderio. Nei suoi primi secoli di vita la città passò di mano in mano, fu feudo dei Canossa e alla fine raggiunse un grado di libertà sufficiente al sorgere del libero Comune. Seguirono anni di lotte intestine fra il partito dei Guelfi, capeggiato dalla famiglia Adelardi, e i Ghibellini guidati dai Torelli-Salinguerra. Dell’aggrovigliata situazione seppero approfittare gli Estensi, che dopo non poche difficoltà si assicurarono la signoria e il potere incontrastato.
La grande stagione culturale iniziò con la fondazione, nel 1391, dell’Università. Poi fu un continuo crescendo di cultura e di sfarzo, che portarono la Corte Estense ai massimi livelli europei.
In città convennero umanisti come Guarino Veronese, artisti del rango di Leon Battista Alberti, Pisanello, Piero della Francesca, Rogier van der Weyden e Tiziano. La scuola locale, chiamata "Officina Ferrarese", annoverò i nomi di Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti e Francesco del Cossa. Tutti i massimi musicisti del tempo lavorarono per i duchi di Ferrara, per i quali furono anche scritti i versi immortali di Boiardo, Ariosto e Tasso.
Accanto ai nomi dei signori, come il diplomatico Niccolò III, l’intellettuale Leonello, il magnifico Borso, o ancora Ercole I, il promotore della grande Addizione, e Alfonso, il soldato, brillarono quelli delle principesse: l’infelice Parisina Malatesta, la saggia Eleonora d’Aragona, la bellissima e calunniata Lucrezia Borgia, oppure l’intellettuale Renata di Francia, seguace di Calvino.
Il piccolo stato, sempre in precario equilibrio fra i potenti vicini, fu inglobato nello Stato Pontificio nel 1598. Iniziarono allora secoli di decadenza. Dopo la parentesi napoleonica Ferrara partecipò attivamente ai fatti del Risorgimento e poi a quelli dell’Italia unita, fino a diventare la città moderna, ma ricca di ricordi del passato che possiamo ammirare ancora oggi.

Nel 1385 il marchese Niccolò II d’Este ordinò la costruzione di una fortezza difensiva incaricando del progetto Bartolino da Novara. Di quel periodo restano la massiccia imponenza, il fossato, i ponti levatoi preceduti da rivellini in muratura, le torri. A partire dai tempi di Ercole I d’Este il Castello divenne la magnifica residenza della corte e fu arricchito ad opera di Girolamo da Carpi che sostituì le merlature con eleganti balconate in pietra bianca, sopraelevando poi la costruzione di un piano, coperto da un tetto spiovente. Le torri furono ingentilite e slanciate dalla costruzione delle altane. Il cortile, oggi abbastanza austero, era affrescato, come si vede ancora in alcuni punti. In particolare, in alto erano ritratti tutti gli antenati (veri e leggendari) degli estensi: gli unici superstiti, molto rovinati ma leggubili, sono staccati e posti sotto il portico sul lato est del cortile.I pozzi erano destinati all'approvvigionamento d'acqua in caso di assedio, mentre le palle di pietra erano munizioni da catapulta. All'interno sono visitabili alcuni ambienti medievali al piano terra, dove si trovavano le cucine e le prigioni, e,al piano nobile, gli appartamenti ducali sontuosamente affrescati.
le prigioni
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sala aurora
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PER UN FORUM DI FAVOLE

 
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^titti^
view post Posted on 1/11/2010, 11:43     +1   -1




Ma che incanto questo castello :o:
E' bellissima la tua città... :cuore:
resto sempre più stupita da quante bellezze abbiamo in Italia, a me sconosciute :(

Grazie Raffa
 
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affar
view post Posted on 1/11/2010, 14:45     +1   -1




Grazie Titti, :rolleyes: si tratta di una citta' piccola, ma che fu molto ricca ed importante nel medioevo, i duchi Estensi si imparentarono con le corti piu' importanti anche europee, qui visse e mori' Lucrezia Borgia...
come ogni castello che si rispetti anche a questo e' legata una storia d'amore, molto tragica..UGO E PARISINA,
se avete voglia di leggere ve la posto..

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"""Le nozze tra Niccolò III e Parisina Malatesta, celebrate a Ravenna nel 1418, non nacquero certamente sotto buoni auspici.
L'ingresso della nuova marchesa in una Ferrara nebbiosa e funestata dalla peste non ebbe quella fastosa cornice di festeggiamenti che caratterizzavano, in genere, un simile avvenimento.
Parisina era molto bella ed anche se non ancora quindicenne, era colta e ben preparata al nuovo ruolo nel quale si immedesimò con entusiasmo e serietà, mettendo ben presto in luce le proprie doti.
Le venne facile, quindi, destare intorno a sé il consenso la benevolenza di tutta la Corte Estense.
All'inizio ebbe il suo bel daffare a riorganizzare la nuova dimora, in effetti un po' trascurata: rinnovò gli arredi, le tappezzerie, rifornì le dispense usando buon senso ed oculatezza.
Dedicò una cura particolare al guardaroba scarso e malridotto dei figli di Niccolò, quattro maschi e due femmine che rivestì di tutto punto e con il decoro richiesto dal loro rango.
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Parisina occupò le stanze sotto la biblioteca nella torre del Rigobello e vi allestì il proprio appartamento; dalle finestre poteva osservare la Piazza ed ammirare i marmi preziosi della facciata del Duomo.
Ugo, il maggiore dei figli del marchese, molto vicino per età a Parisina, non vedeva di buon occhio la matrigna e le si rivolgeva con ostentata ostilità.
Vedeva in lei l'usurpatrice del posto che avrebbe dovuto occupare sua madre Stella dei Tolomei, detta dell'Assassino, che ora, invece, languiva in un dolore così profondo che l'avrebbe ben presto portata alla morte.
Questa situazione non piaceva al Signore d'Este che tentava in ogni modo di sollecitare un rapporto più cordiale tra i due.
Colse l'occasione di una visita di Parisina ai suoi famigliari ed invitò Ugo ad accompagnarla nel viaggio.
Durante il tragitto, a bordo di un bucintoro, la costretta vicinanza e l'atmosfera festosa che si andava creando sciolsero a poco a poco il gelo che li separava.
Una volta a Ravenna i sentimenti che covavano nei loro animi presero coscienza, manifestandosi senza pudori e reticenze.
Al ritorno a Ferrara la relazione continuò e si rafforzò nel segreto degli incontri nelle delizie di Belfiore, Fossadalbero e Quartesana.
Ma questo amore nascosto e proibito causava in Parisina malumori e scontento che si manifestavano con atti di insofferenza soprattutto nei confronti delle sue ancelle.
Proprio una di queste, profondamente umiliata per una scenata ingiusta della marchesa si fece delatrice della tresca.
La notizia giunse all'orecchio di Niccolò che non voleva assolutamente credere ad un simile affronto.

Roso dal dubbio e dalla gelosia, decise di spiare i due amanti da un'apertura praticata nel pavimento del suo studio che sovrastava la camera da letto della giovane sposa.
Fu tanta la sua rabbia nell'assistere al duplice tradimento che, al colmo dell'indignazione per l'oltraggio subito, ordinò che i due amanti fossero condotti nelle prigioni del castello e rinchiusi in due celle distinte in attesa della pena capitale.
A nulla valsero le suppliche dei fedeli di Corte per tentare di salvare la vita ai due giovani.
Furono decapitati sul medesimo ceppo, prima Ugo poi Parisina, ponendo fine al loro amore che, tuttavia, è durato nei secoli ispirando musicisti e poeti.
Maria Teresa Mistri Parente (fonte: www.parente.fe)

Si dice che all'interno del castello sia possibile sentire riecheggiare ancora le voci dei due sfortunati amanti, probabilmente nel cortile, dove pare siano stati realmente decapitati.
Sembra inoltre che, allo scoccare della mezzanotte, il fantasma di Parisina vaghi ancora per le prigioni del castello, con la propria testa mozzata fra le mani. Altri dicono che in realtà si senta solo la sua voce sussurrare le ultime parole d'more all'amato.
Una cosa è certa: visitare le prigioni ha un fascino inquietante..
:unsure: :woot:
poi vi mettero' anche altri bei monumenti, il duomo , palazzi.. :stella:

 
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lasted4
view post Posted on 1/11/2010, 20:44     +1   -1




bellissima ferrara e dintorni! :B): vale proprio la pena farci un giretto!!

il mio ultimo viaggetto da quelle parti risale all'anno scorso, vabbè che io non sono troppo distante....raffa non siamo troppo distantiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii....


PS fooooorte l'appassionante storia d'amore!! ;) ma ce l'ho anch'io eh... -_-
 
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Rosa61
view post Posted on 1/11/2010, 20:57     +1   -1




raffa bellissima cittàààààààààààààààààààà grandioso il castello Estense poveri Ugo e Parisina brutta fine :( e la cappella stupenda con quei dipinti :wub: io poi amo tantissimo la storia antica è la mia passione è inutile la nostra ITALIA è tutta bella :rolleyes:


grazieeeeeee raffaaaaaaa :wub:
 
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DG73
view post Posted on 2/11/2010, 10:49     +1   -1




wowwwwwwwwwwwwwwwww che bella cittadinaaaaa .... ed è anche bello leggere la storia di un posto :wub: :wub: thankssss
 
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stefy76
view post Posted on 2/11/2010, 10:51     +1   -1




WAOO BELLISSIMA STA STORIA DI PARISINAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA,IO A FERRARA CI SONO STATA CON IL MIO UGO ,E ORA MI SPIEGO QUELLO STRANO ISTINTO CHE AVEVO DI DECAPITARLO :risata: :risata:
 
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affar
view post Posted on 3/11/2010, 07:32     +1   -1




una citta' a misura d'uomo piccola e romantica... :rolleyes: ;) la city vi ringrazia... :wub: io ho la fortuna di lavorare in centro e lo ammiro tutti i giorni...

Stefyyyy :risata: ...nooooo troppo sanguee... poi del boia e' rimasta solo la casa...piu' semplicemente, mentre ammira le carpe.. giu' nel fossato, una bella spintarella..eeeee vvvvaiiiiiii e' fatta..eh! :lol: :lol:

Lauraaaa...siiiii daiiii non siamo troppo distanti, un bel fine settimana in primavera e' sufficiente, poi con le bici sarebbe l'ideale anche per visitare i bastioni e le antiche mura..il nostro polmone verde, dove vanno ..io poco, a fare footing e passeggio.. ci conto.... :wub:

vi metto alcune foto del nostro Duomo attiguo..

.La cattedrale fu consacrata nel 1135 e dedicata a san Giorgio, come si legge nell'iscrizione in volgare, nell'atrio della chiesa. Lo stile romanico del progetto iniziale è testimoniato dalla grandiosa facciata in marmo bianco, a tre cuspidi, che mostra logge, arcatelle, rosoni, finestroni strombati, statue e numerosissimi bassorilievi.Stile/Arte: Romano Epoca/Civiltà: Gotica Realizzazione: Inizio della costruzione attorno al 1000, consacrata nel 1135, successivamente modificata al suo interno
All'esterno: Protiro e loggia della facciata, Telamoni del portale centrale, Loggia dei Merciai sul fianco della chiesa, Campanile (Leon Battista Alberti). All' interno:"Giudizio Universale" ("Bastianino" Sebastiano Filippi), Coro e Abside (Biagio Rossetti), Museo della Cattedrale con opere di scultura romanica e gotica, dipinti e arazzi provenienti dalla chiesa, tra cui "Madonna del Melograno" e "San Maurelio" (Jacopo della quercia).

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imageSubito sulla destra dell'ingresso si trova la piccola cappella dedicata alla Madonna delle Grazie, tanto cara ai ferraresi. Viene qui gelosamente conservata un'immagine della Vergine, attribuita ad Ettore Bonaccossi, all'interno di un altare in marmo multicolore che risale all'VIII secolo. Ma anche altre rappresentazioni della Vergine si trovano poco più avanti, proseguendo nella visita della Cattedrale: una è la "Vergine in gloria con le Sante Barbara e Caterina", mentre l'altra è la "Vergine in trono".
Si tratta di opere entrambe realizzate da Sebastiano Filippi, detto Bastianino.
 
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affar
view post Posted on 4/11/2010, 07:27     +1   -1




Ferrara, - In occasione della prima mostra dedicata a Jean Baptiste Simèon Chardin, in programma a Ferrara a Palazzo dei Diamanti, il Louvre ha deciso di concedere in prestito ben dieci capolavori dell’artista. L’esposizione ‘Chardin. Il pittore del silenzo' sarà visitabile dal 17 ottobre al 30 gennaio 2011 e sarà poi allestita a Madrid, al Museo Nacional del Prado dal 28 febbraio al 29 maggio 2011.

Alcune di queste opere hanno poi una storia particolare. È il caso, ad esempio, della Madre laboriosa e Il Benedicite, che Chardin stesso donò al re di Francia Luigi XV ricevendo in cambio la stima del sovrano e, nel 1757, il grande privilegio di dimorare e lavorare al Louvre.

PALAZZO DEI DIAMANTI (la leggenda vorrebbe che in uno di questi aculei ci fosse nascosto un diamante)
Il Palazzo dei Diamanti è uno dei monumenti più celebri di Ferrara e del Rinascimento italiano, situato in Corso Ercole I d'Este 21, nel Quadrivio degli angeli, proprio al centro dell'Addizione Erculea.
Il palazzo fu fatto costruire per ordine di Ercole I d'Este nel 1492, da Biagio Rossetti. La costruzione vera e propria avvenne tra il 1493 e il 1503.
La sua caratteristica principale è il bugnato esterno a forma di punte di diamante, che danno il nome al palazzo. I circa 8.500 blocchi di marmo bianco venato di rosa creano pregevoli effetti prospettici grazie al diverso orientamento delle punte, orientate diversamente a seconda della collocazione in modo da catturare al meglio la luce (ora verso terra, ora centralmente e verso l'alto nel risalire dalla parte inferiore del monumento).

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la strada che si vede nell'ultima foto e' Corso Ercole D'este, e porta diritta da una parte al ponte del Castello e dall'altra alle mura dove si trova "la casa del boia"

RAGAZZEE NON LAVORO PER LA PRO LOCO E' SOLO PER CHI NON HA LA POSSIBILITA' DI VENIRE :lol: :B):
 
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stefy76
view post Posted on 4/11/2010, 11:46     +1   -1




"RAGAZZEE NON LAVORO PER LA PRO LOCO E' SOLO PER CHI NON HA LA POSSIBILITA' DI VENIRE "
 
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hassia
view post Posted on 4/11/2010, 22:13     +1   -1




davvero bella ferrara :ci piace:
 
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affar
view post Posted on 2/12/2010, 22:18     +1   -1




se volete farvi un balletto.... a suo di mazurka.. :risata:



Il pane più buono del mondo
E' la "ciupèta", la coppietta ferrarese il famoso pane ritorto unico al mondo la squisita ideazione dei maestri fornai ferraresi che nel 1536 crearono questa forma di irripetibile bontà.
Oggi, come allora, nel solco di raffinata ed ineguagliabile tradizione.
STORIA

Il pane ferrarese, ha ottenuto il riconoscimento di prodotto I.G.P. (Identificazione Geografica Protetta) dalla Comunità Europea. Le sue origini risalgono a tempi lontani. Prima del XII secolo il pane ferrarese veniva confezionato in forma di pagnotta. Con gli "Statuta Ferrariae" del 1287 furono adottate severe norme per la sua preparazione; pare che solo nel 1536 fece la sua prima comparsa il pane "ritorto od intorto" (ovvero la coppia) durante una cena offerta da Messer Giglio al Duca di Ferrara. Ancora nel 1694, lo storico erudito Antonio Frizzi, ricordando la raffinatezza raggiunta dai fornai ferraresi nella confezione del pane, parlava di vari tipi di farine e di varie specie di "forme" che, superando il monotono concetto di pagnotta, facevano dell'eleganza (non solo estetica ma anche funzionale) il motivo che distingue questo pane da ogni altro.
La famosa coppia ("ciupeta") ferrarese ha un corpo centrale detto nodo o nastro ("grop") da cui si dipartono due crostini (i "curnit") che, arrotolati, terminano a punta. Croccante o morbido, condito o privo di grassi, il pane ferrarese è un grande vanto della gastronomia italiana. Il segreto è soprattutto la qualità dell'acqua e delle materie prime utilizzate, il grado di umidità dell'aria, il sistema di lavorazione e di lievitazione e la giusta temperatura del forno.Passando davanti ad un panificio ferrarese, non si può resistere al richiamo goloso del profumo intenso del pane appena sfornato che si diffonde nell'aria, penetrante, allegro e appetitoso. Di lui scrisse anche Riccardo Bacchelli: "E' il miglior pane del mondo". :maialino:
 
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affar
view post Posted on 3/12/2010, 16:04     +1   -1




un po di tradizioni culinarie.. per il periodo Natalizio..

La Salama da Sugo di Ferrara

STORIA

La salama (o salamina) da sugo conserva da ormai 500 anni un traguardo ineguagliato: buongustai, storici, critici, la ricordano come una tradizione tipica ferrarese che, probabilmente rimarrà nei secoli. Le prime notizie di questo piatto risalgono al XV secolo quando un tale Domenico venne accusato di usare sale di contrabbando per fare 'salami alla ferrarese'. Lo storico Frizzi ritiene che i primi produttori di tale piatto siano stati 'porcaioli', cioè montanari di Trento e di Bormio stabilitisi nella valle del Po. La sua forma tipica è testimone della sua età: la divisione a spicchi era infatti un motivo ricorrente del vasellame del XV-XVI secolo.


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[La Salama da Sugo ferrarese]

CARATTERISTICHE
Viene confezionata usando diverse parti della scrofa adulta, sale, vino, pepe, noce moscata, chiodi di garofano mescolati insieme in una vescica di maiale; messa ad asciugare in un ambiente caldo per 3-4 giorni e successivamente lasciata stagionare per 7-8 mesi. Prima di cuocerla la si lava, la si mette in un sacco di tela chiuso e la si appende al bordo della pentola.
va bollita anche sei o sette ore..

LUOGO DI PRODUZIONE

All'interno della Provincia di Ferrara, i paesi di Buonacompra, Madonna Boschi, Poggio Renatico, Vigarano Mainarda e Portomaggiore si "contendono" il primato in fatto di qualità di questo insaccato vantando ricette che differiscono tra loro per alcuni particolari. La "rivalità", nel corso degli anni ha portato i tre paesi a cercare di aumentare la visibilità del proprio prodotto portandolo anche alla ribalta nazionale.




cappellacci

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L'origine dei cappellacci di zucca, si inserisce nell'antica e popolare tradizione culinaria di paste ripiene dell'Italia settentrionale.

La prima testimonianza scritta risale al 1584, nel ricettario di Giovan Battista Rossetti, scalco della corte estense durante il regno del duca Alfonso II d'Este. In tale ricettario vengono ancora chiamati "tortelli di zucca con il butirro", ma nei secoli successivi assumeranno la denominazione di "cappellacci", anche differenziandosi dai tortelli di zucca per forma ed ingredienti.

Il termine Cappellaccio o il suo equivalente dialettale ferrarese, Caplaz, si riferisce alla forma simile ad un cappello di paglia tipico dei contadini del secolo scorso. Secondo altre fonti è invece un maggiorativo-dispregiativo dei simili cappelletti, richiamandone le maggiori dimensioni, la forma più rozza e, probabilmente, le minori proprietà nutrizionali.
Ingredienti [modifica]

I cappellacci di zucca consistono in involucri di sfoglia all'uovo, di forma quadrata della dimensione chiusa di circa 7 cm, farciti con un impasto di zucca cotta al forno (tradizionalmente zucca marina), formaggio grana grattugiato, pane grattato, cannella, noce moscata, tuorlo d'uovo e sale. Per il condimento è corretto il burro fuso con aggiunta di formaggio grana grattugiato, ma esistono diverse varianti che prevedono sughi al pomodoro o con salsiccia di maiale.
anche con un bel ragu' di carne.. :socia:
 
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stefy76
view post Posted on 3/12/2010, 18:06     +1   -1




io ho assaggiato i cappellacci di zuccaaaa ,buonisssimi e il pane ferrarese...ma la salaaaamaaaaa maiii,ho fameeeeeee
 
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affar
view post Posted on 4/12/2010, 09:19     +1   -1




ha un sapore particolare Stefiiii un po' acceso...da sentire .. essenziale per
il pranzo di Natale alla ferrarese, che comprende i cappelletti in brodo che si differenziano dai tortellini bolognesi perche' non hanno la mortadella nel ripieno, e la salamina da sugo con tanto pure' fumante....

invece
il dolce tipico e'.image
Il Pampapato è il dolce di Ferrara più conosciuto nel mondo e quello che vanta le origini più antiche. Le prime tracce documentali fanno risalire la nascita del Pampapato al 1465 quando il Duca Borso d’Este reggeva le sorti della dinastia estense.

Si narra che questo squisito dolce allietasse, in epoca rinascimentale, le tavole dei nobili e degli alti prelati della Chiesa (di qui il nome “Pane del Papa”).
Ricordiamo che in quel periodo operava presso la Corte di casa d’Este il cuoco Cristoforo da Messisbugo, famoso per le sue ricette, tra cui quella del Pampapato,utilizzate anche dalle suore del convento di clausura del Corpus Domini, con cui gli Este avevano un particolare legame.

Il “Pampapato di Ferrara” vanta quindi una storia lunga più di 500 anni.
Ci vollero secoli però perché la fama di questa prelibatezza estense superasse i confini del territorio ferrarese.

Il pampepato o pampapato, è un dolce di forma lenticolare, tipico del ferrarese, del ternano e della Sabina. È composto secondo tradizione da vari alimenti; mandorle, nocciole, pinoli, pepe, cannella, noce moscata, canditi, ricavati anche dalla buccia di arance o cedro, il tutto impastato con o senza cacao, miele, farina, mosto cotto d'uva e cotto al forno (meglio se a legna). Viene solitamente consumato durante le festività natalizie. Un tempo veniva preparato in ogni famiglia con ricette che differivano leggermente una dall'altra, mentre oggi è essenzialmente un prodotto artigianale.

Le origini del “Pampapato di Ferrara” si ricollegano alla tradizione di preparare i cosiddetti pani arricchiti durante le festività natalizie.

La ricetta è probabilmente nata nei conventi di clausura del Ferrarese, attorno al XV secolo, quando lo Stato della Chiesa aveva forte influenza sul territorio ma presto divenne anche un dolce consumato dalla corte ducale degli Estensi, con un forte influsso orientale. La forma del dolce ricorda senza dubbio la forma della papalina.
la preparazione in casa cominciava nel mese di novembre.... quando ero piccola era un rito ed un preludio al Natale..... :rolleyes: :cuore:
 
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18 replies since 1/11/2010, 05:47   438 views
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