la chiesa festeggia
S. ADRIANO papa
Ss. Aquila e Priscilla
S. Edgardo
detto del giorno
"Luglio poltrone porta la zucca e il melone"
nome
Edgardo
Etimologia: Il nome deriva dal prefisso nobiliare tedesco "ed", "ricco", unito a "gar", "lancia", nel significato di "ricco e potente se armato con una lancia". Il prestigio dei vari re scozzesi e inglesi così chiamati, ne ha decretato la fortunata diffusione in tutta Europa.
Carattere: La sua andatura imperiosa e la gentilezza con cui gesticola, lo rendono simile ad un nobile del passato. In questa vita il suo feudo è la sua città. Con la sua donna è disposto a condividere ogni ora del giorno perché ritiene che solo così può essere felice. A volte può imbarazzare gli altri con il suo fare ossequioso, ma si rivela poi molto spiritoso e confidenziale.
Numero fortunato: 9
per chi è nato oggi
Sei dotato di una viva immaginazione e spesso ti fai trasportare dai tuoi sogni al punto di dimenticare la realtà. Fascino e simpatia non ti mancano, ma se non vuoi sprecare queste doti devi imparare ad essere più concreto, a vincere la pigrizia e ad impegnarti a fondo sia nel lavoro che nei rapporti affettivi.
accadde oggi
"L'8 luglio 1911, con l'introduzione in Italia del monopolio delle assicurazioni, nasce una delle maggiori compagnie di "sicurtà": l'I.N.A., che ancora oggi gode di grande prestigio."
nati oggi
Ciro Menotti - 1798
John D. Rockefeller - 1839
Donatella Rettore - 1955
Kevin Bacon - 1958
scoperte
Scienza
é l'autunno del 1967 quando l'astrofisico americano John Archibald Wheeler conia il termine "buco nero", per indicare "l'oggetto" più misterioso dell'universo, che fin dai primi del Novecento aveva appassionato il mondo scientifico, oltre ad aver ispirato romanzi e film di fantascienza. Ma solo il 10 luglio 1939 viene data una enunciazione definitiva della teoria sui buchi neri da parte dei fisici americani Robert Oppenheimer e Hartland Snyder. Si viene a sapere in pratica cosa accade quando la materia stellare è assai concentrata in una stella che sta per morire. La stella "subirà una contrazione inarrestabile, la sua luce si sposterà sempre più verso il rosso e l'astro diventerà invisibile". Ecco il buco nero, ex stella divenuta puntiforme ed un vero e proprio "inghiottitoio
ciro menottiii un grande patriota, e in questo 150 °dall'unita di italia
e posto qui la sua ultima lettera
alla moglie cecchina
Alle 5 e mezza ant. del 26 maggio 1831.
Carissima moglie. La tua virtù e la tua religione siano teco, e ti assistano nel ricevere questo foglio. Sono le ultime parole dell’infelice tuo Ciro. Egli ti rivedrà in più beato soggiorno. Vivi ai figli e fa loro anche da padre: ne hai tutti i requisiti. Il supremo amoroso comando che impongo al tuo cuore è quello di non abbandonarti al dolore, studia di vincerlo e pensa chi è che te lo suggerisce e te lo consiglia. Non resterai che orbata di un corpo, che pure doveva soggiacere al suo fine, l’anima mia sarà teco unita per tutta l’eternità. Pensa ai figli e in essi continua a vedere il loro genitore: e quando saranno adulti dà loro a conoscere quanto io amavo la patria. Faccio te interprete del mio congedo con la famiglia. Io muoio col nome di tutti nel cuore: e la mia Cecchina ne invade la miglior parte.
Non ti spaventi l’idea dell’immatura mia fine. Iddio che mi accorda forza e coraggio per incontrarla come la mercede del giusto, Iddio mi aiuterà al fatal momento.
Il dirti di incamminare i figli sulla strada dell’onore e della virtù, è dirti ciò che hai sempre fatto: ma te lo dico perché sappiano che tale era l’intenzione del padre, e così ubbidienti rispetteranno la sua memoria. Non lasciarti opprimere del cordoglio; tutti dobbiamo quaggiù morire.
Ti mando una ciocca dei miei capelli, sarà una memoria di famiglia. Oh buon Dio, quanti infelici per colpa mia! Ma mi perdonerete. Do l’ultimo bacio ai figli: non oso individuarli perché troppo mi angustierei: tutti quattro e i genitori e l’ottima nonna, la cara sorella, e Celeste, insomma dal primo all’ultimo, vi ho presenti. Addio per sempre, Cecchina, sarai, finché vivi, una buona madre dei miei figli! In quest’ultimo tremendo momento le cose dì questo mondo non sono più per me. Speravo molto: il Sovrano …. ma non son più di questo mondo. Addio con tutto il cuore, addio per sempre; ama sempre il tuo Ciro .
L’eccellente Don Bernardi, che mi assiste in questo terribile passaggio, sarà incaricato di farti avere queste ultime mie parole. Ancora un tenero bacio a te e ai figli finché resto terrena spoglia: agli amici che terran cara la mia memoria raccomando i figli. Ma addio, addio eternamente. Il tuo Ciro.