Marco Mengoni, “Solo 2.0″: la recensione del nuovo album. Tutti a scuola di rockMarco Mengoni, “Solo 2.0″: la recensione del nuovo album. Tutti a scuola di rock
OkNotizie
Marco Mengoni, la cover di "Solo" - Credits: Sony Music
Coraggioso, appassionante. Marco Mengoni con “Solo 2.0” sta reinventando il modo di fare musica dopo il successo da talent show. L’ex vincitore di X Factor porta dentro questo suo secondo album, che sembra quasi il primo della sua carriera, tantissimo rock e testi di interesse. D’autore, ma per tutti.
Nell’epoca delle featuring promozionali, il giovane “re matto” sceglie di collaborare con nomi interessanti ma lontani dalle potenzialità di richiamo. Ci sono i Cluster in “Un gioco sporco“, Dente e Neffa in qualità di autori. Se stesso prima di tutto il resto, come le mani che coprono il suo volto. Tutte sue.
Un album ben amalgamato, che già a partire dal singolo di lancio “Solo” innova senza rinunciare all’intensità vocale e alla libertà del canto in inglese, tanto amato ai tempi delle cover e rimesso in campo in brani di sua evidente proprietà. ”Tonight“, ad esempio, è un piccolo capolavoro.
L’obiettivo è aprirsi all’estero? Le potenzialità, in onor del vero, ci sono tutte. Una volta tanto, in questo genere di articoli vicini agli artisti da hit, ci si inizia a chiedere: piacerà anche a quel pubblico alternativo che tanto ha amato le sue performance live in tv attraverso le sue cover?
Questo forse è il passo successivo per la definitiva consacrazione, pezzo mancante nella carriera di un talento indiscutibile.Il desiderio di sperimentazione si respira in tutto l’album, anche nell’elettronica di brani come “Un finale diverso“, uno dei più belli del disco.
Se c’è un vantaggio che poi diventa anche un problema in “Solo 2.0” è che si “gioca” un po’ troppo a fare rock, quasi a non volersi prendere sul serio, con sfumature variegate prese liberamente in prestito dai grandi classici, quelli da manuale. Nel bene e nel male.
A ricompensa di arrangiamenti a volte non troppo originali, ci sono pezzi interessanti come “L’equilibrista“, potenziale nuovo singolo.
A fine ascolto, però, arriva lo shock definitivo: “Velvet Ghost“, traccia non ufficiale presente nel cd fisico, pezzo “fantasma”. Registrazione quasi non cantata, con un sound pazzesco.
Mengoni ci sta dimostrando di essere simile a un sottile gioco di scatole cinesi.
Ne apri una e ti viene voglia di andare sempre più a fondo per trovarne l’essenza. Perché c’è ancora da dosare, da potenziare e tanto ancora da esprimere in musica. È un percorso appena iniziato ed è già personale sotto ogni aspetto. Libero da X-Factor, libero dalle redini virtuali del talent show.
alessandro.alicandri
fonte Panorama.it
di seguito vi posto parte dell'esibizione live di ieri alla feltrinelli di Milano e sono Searching e L'equilibrista
comunque ha fatto un buon lavoro nel CD .... spero che il Tour gli vada benissimamenteeeeee beneeeeee!!!!!