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| TERESA chi meglio di lei puo' rappresentare questo nome? Teresa, dal greco cacciatrice, onomastico 15/10. Portafortuna: mercoledì, volpe, pappagallino, numero 5.
Chiave del nome: Colei che porta la buona stella
Animale totem: Cerva Simboleggia infaticabilita', forza d'animo, saggezza
Vegetale totem: Tiglio Rappresenta amicizia e fedelta'
Colore personale: Arancio Indica la tendenza a stimolare le proprie capacita' Teresa è una donna integra, non contaminata dalle nevrosi più diffuse perché è caratterizzata da una totale assenza di egoismo. In società, in casa (della quale è custode nel senso classico di ancella del focolare -o almeno desidera esserlo), al capezzale di un malato, nel letto del marito o dell'amante, il suo fine ultimo sarà sempre quello di rendere felici gli altri. Non si occupa della fortuna, se la costruisce con le sue mani. Ciò perché non è felice se non dona, se non divide con gli altri ciò che ha, se non si sacrifica. A sé invece non perdona nulla, è obiettiva e cerca sempre di seguire un preciso codice morale. Sa di essere estremamente orgogliosa e dunque incline alla collera, sa di avere un'emotività eccessiva e dunque delle reazioni facilmente violente. Perciò è abituata a controllarsi sempre e la sua battaglia è, prima di tutto, quella di restare padrona di sé, nonostante sia la più emotiva delle donne. Teresa non è donna da avventure sciocche, ha orrore dei flirt salottieri, degli amori falsi, delle amicizie apparenti: il tradimento e la superficialità nei suoi confronti sono le uniche cose che non perdona. Ha una buona salute. Santa Teresa d'Avila, vergine e dottore della Chiesa[/size] 15 ottobre Teresa (Avila, Spagna, 1515 – Alba de Tormes, 15 ottobre 1582), donna di eccezionali talenti di mente e di cuore, entrò a vent’anni nel Carmelo di Avila, dove concepì e attuò la riforma che prese il suo nome.Unì alla più alta contemplazione un’intensa attività come riformatrice dell’Ordine carmelitano. Dopo il monastero di san Giuseppe in Avila, con l’autorizzazione del Generale dell’Ordine si dedicò appassionatamente ad altre fondazioni e potè estendere la riforma anche al ramo maschile. Fedele alla Chiesa, nello spirito del Concilio di Trento, contribuì al rinnovamento dell’intera comunità ecclesiale. Lasciò nella sua autobiografia e nei suoi scritti di spiritualità un documento di profonda esperienza mistica. Paolo VI la riconobbe Dottore della Chiesa (27 settembre 1970).
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