Behind the Candelabra-Michael Douglas piange a Cannes

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raffa:>
view post Posted on 21/5/2013, 19:33     +1   -1




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Michael Douglas piange a Cannes
“Dopo il cancro, questo film è un dono

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Michael Douglas a Cannes
L’attore si commuove alla conferenza stampa di Behind the Candelabra di Steven Soderbergh

«Dopo il cancro questo film è un regalo, il più bel regalo che mi poteva capitare dopo il mio cancro alla gola». Michael Douglas non ce la fa e si commuove, si asciuga le lacrime e si scusa davanti alla stampa di tutto il mondo che lo ha salutato con grandi applausi per l’interpretazione del pianista Wladziu Valentino Liberace, musicista virtuoso, showman in lustrini, eccessivo sempre, morto di Aids nel 1987 senza mai dichiarare la sua omosessualità.

Michael Douglas ha 68 anni, la stessa età di quando morì Liberace cui è dedicato il biopic di Steven Soderbergh, Behind the candelabra, oggi in concorso al festival di Cannes. Il regista lo ha aspettato pur di vederlo interpretare da lui. «Ero convalescente per le cure, dovevo avere il tempo di preparare il personaggio, lavorare sulla mia voce, suonare il piano, questo personaggio che mi riportava al cinema è stato veramente un regalo», continua a dire Douglas. «La sceneggiatura era fantastica, tentare di fare un film d’epoca, trasformarsi in quel personaggio dalla vita così eccezionale è stato un’esperienza meravigliosa». Douglas racconta di aver conosciuto il vero pianista, un personaggio davvero popolare fra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta, l’artista con il più alto cachet al mondo in quell’epoca, attore in serie tv e molto presente negli show televisivi. «Era un personaggio davvero charmant - racconta Douglas, che lo ha conosciuto con suo padre Kirk Douglas - adorava le belle cose, era molto generoso, tutto intorno a lui luccicava. Una specie di Elton John all’epoca».

Truccato, con diverse parrucche in testa a coprire la calvizie, Liberace, Lee per gli intimi, è raccontato in quella parte della sua vita, dal ’77 alla morte, in cui ha una relazione amorosa, tumultuosa e sessualmente vorace con il giovane Scott Thorson, interpretato in maniera eccezionale da Matt Damon. Liberace - i tempi non erano certo quelli di oggi con 14 stati americani che hanno legalizzato il matrimonio omosessuale - nonostante le voci non ha mai fatto il coming out, mai ammesso di essere gay. «Questo film - dice Soderbergh - è stato rifiutato da Hollywood, gli Studios non volevano una storia in cui avrebbero avuto difficoltà con il marketing, ma io volevo fare esattamente questo film, non ho mai pensato di cambiare qualcosa per avere un’audience maggiore o essere accettato. Ecco perché sono felice di aver fatto Behind the candelabra con Jerry Weintraub e la tv cavo Hbo, mi sono sentito libero. La tematica omosessuale ancora oggi è una questione complicata, figuriamoci all’epoca. Liberace e Scott avevano la pressione mediatica addosso, erano eccentrici, Scott giovanissimo e anche drogato, non era facile per loro e io ho voluto raccontare con realismo anche queste contraddizioni. Ad Hollywood pensavano che questo film potesse interessare solo a un pubblico gay, per fortuna ho trovato la tv».

Il film «troppo gay», comunque, in Usa non uscirà al cinema, ma direttamente in tv il 26 maggio.

Dimagrito ma palesemente felice, Michael Douglas racconta l’incontro con Debbie Reynolds, la star di Cantando sotto la pioggia, che conobbe il pianista e si esibì con lui negli anni ’70-’80 e che Soderbergh ha qui voluto coinvolgere nel ruolo dell’anziana madre di Liberace. Con una trasformazione grandiosa, da ragazzo semplice a omosessuale truccato, vestito di paillettes, liftato per restare giovane e piacere al pianista, Matt Damon si è gettato nella parte, «un look completamente diverso anche più volte al giorno, una gran fatica ripagata con questo film che ancora una volta mi ha portato a lavorare con Soderbergh. Non ho esitato neppure un secondo ad accettare e per scelta non ho voluto parlare con il vero Scott, ma più di tutto - scherza Matt Damon - volevo lavorare con Michael Douglas, uno che ha condiviso la scena con Sharon Stone». Tanti applausi e già il tam tam del palmares.

«Questo film - dice Michael Douglas la cui storia personale è per qualche aspetto neppure troppo distante dal suo personaggio - merita la Palma d’oro, quanto a me spero di aver fatto un buon lavoro».

Infine l’annuncio, che nessuno a Cannes sembra prendere sul serio, dell’addio di Steven Soderbergh. Il regista che conquistò il festival al primo film, Sesso, bugie e videotape 24 anni fa ha detto: «Behind the candelabra è il mio ultimo film. Voglio fare una pausa. Sono fiero di aver cominciato qui a Cannes e finire ancora qui, penso di aver fatto una bella carriera». Sarebbe un annuncio clamoroso da parte di un regista molto amato in Europa, tra i più prolifici e versatili (Erin Brockovich, Traffic, Ocean’s Eleven, il doppio Che, Effetti collaterali in sala in questi giorni in Italia) ma nessuno vuole credere che uno dei più stimati talenti, classe ’63, voglia chiudere davvero per dedicarsi al teatro e alla tv
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