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| CANNES, SUCCESSO PER 'LA GRANDE BELLEZZA' DI SORRENTINO. VERDONE: "VOLEVO MOLLARE SUBITO"
di Ilaria Ravarino
CANNES - La voce di Sabrina Ferilli trema, in conferenza stampa, quando prende finalmente la parola. E anche Carlo Verdone, che a Cannes era già stato in veste di produttore, è visibilmente emozionato: «Più per il film che per me stesso - dice lui - e per la grande opportunità arrivata dopo 34 anni di commedia». Protagonisti de La grande bellezza di Paolo Sorrentino, unico film italiano in concorso al festival di Cannes, Verdone e Ferilli sono stati festosamente accolti, ieri, dalla stampa internazionale.
«Sono felice che anche stavolta non si siano avverate le peggiori previsioni dei nostri critici - ha detto Sorrentino, ruvido come sempre - era successo anche con Il Divo: dicevate tutti che gli stranieri non l'avrebbero capito, e invece...». E invece ad apprezzare La grande bellezza sono stati soprattutto loro, arriv ando a paragonarlo a un cult come La Dolce Vita di Fellini. Un confronto rifiutato tanto dal regista, perché «Fellini ha fatto un capolavoro, io ho fatto solo un film», quanto dal protagonista Toni Servillo, alla sua quarta collaborazione con Sorrentino: «Anche solo fare un paragone con Fellini e Mastroianni suona presuntuoso e irriguardoso. Quel che è certo è che Paolo ha scritto il personaggio su di me, perché quando sceglie gli attori è come un appassionato di ippica che punta sui cavalli migliori. Ma più ti stima, più pretende». Tanto da mandare in crisi lo stesso Verdone, sul punto di lasciare il set al primo giorno di riprese: «Per la prima volta in vita mia sono andato completamente nel pallone - ha detto - mi sono chiuso in camerino, ho provato e riprovato il monologo ma non mi usciva nulla di buono. Mi è presa un’ansia pazzesca». Uno sforzo creativo e produttivo (8 milioni di euro il budget) che Cannes ha già mostrato di amare.
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