A Bologna : BODY WORLDS la mostra del corpo umano

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raffa:>
view post Posted on 16/12/2013, 14:30     +1   -1




Dal 6 Novembre 2013 al 16 febbraio 2014 Gunther von Hagens’BODY WORLDS – il vero mondo del corpo umano è a Bologna, prodotta da Arts & Sciences Italy e ospitata negli spazi della Sala Maggiore (EX GAM) con un nuovo straordinario allestimento.


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www.bodyworldsinthecity.it/



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Se il Principe di Sansevero vivesse nel nostro tempo, forse si chiamerebbe Gunther von Hagens. Ma se il primo, secondo la leggenda, metallizzava i corpi, il secondo li plastina.
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von hagens e una sua opera

In cosa consiste la plastinazione? Si tratta di un procedimento di conservazione dei tessuti, in cui l’acqua e i grassi sono rimpiazzati da polimeri sintetici. Il processo si divide in quattro fasi.

Il primo passo è la fissazione dei tessuti iniettando formalina nel sistema circolatorio (in modo da bloccare la decomposizione). Si procede poi immergendo il preparato anatomico in un bagno di acetone per rimuovere l’acqua dalle cellule.

Successivamente il campione è posto in un bagno di silicone, resina epossidica e poliestere. Creando il vuoto all’interno del contenitore, l’acetone contenuto nei tessuti tende a evaporare e così si forzano i polimeri sintetici a entrare nelle cellule e sostituirlo.

Nella fase finale, il preparato è esposto a gas, calore o raggi ultravioletti in modo che i polimeri si solidifichino. Il metodo utilizzato dipende dal tipo di polimero. A seconda del campione che si vuole preparare, l’intero processo può durare da qualche giorno ad anni.

Ho potuto ammirare il lavoro di von Aghens durante l’esposizione romana di Body Worlds, la mostra itinerante da lui ideata a scopo didattico.

Subito mi è ritornato in mente il Museo delle Cere Anatomiche “Luigi Cattaneo” di Bologna, ideato con gli stessi scopi e visitabile gratuitamente.

Ma se le cere erano destinate, in passato, solo alla formazione dei medici, von Hagens ha fatto in modo che tutti potessero conoscere il corpo umano.

Infatti l’anatomopatologo tedesco non fa che soddisfare, con tecniche moderne, le necessità didattiche e documentaristiche della medicina, conservando al contempo quella vena artistica tipica di alcune rappresentazioni rinascimentali dell’anatomia umana.

Leonardo da Vinci, Andrea Vesalio o Juan Valverde de Amusco, tra gli altri, avrebbero sicuramente apprezzato.
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Vesalio e von Hagens a confronto
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Juan Valverde de Amusco e von Hagens

Nulla di nuovo dunque, ma ora come in passato le polemiche non mancano. La questione se esporre al grande pubblico quelli che in fondo sono cadaveri di persone, al di là dello scopo, rimane aperta nonostante siano passati secoli dalla prima autopsia.

In Professione Antropologo ho dedicato un capitolo all’etica in antropologia e al codice deontologico applicato al trattamento dei resti umani. E nell’appendice ho commentato le leggi che regolamentano l’operato di un antropologo in tal senso.

La domanda quindi è sorta anche a me. Rispetto a quanto visto, non mi sembra che vi sia cattiva fede nella disposizione delle opere. Il confine tra vilipendio ed esposizione è labile, in effetti, ma la cura dell’allestimento e le spiegazioni semplici quanto rigorose indicano che vi è stato rispetto per quelle che una volta erano persone vive.

Una sensazione derivata anche dal comportamento dei visitatori, interessati e curiosi, ma non morbosi.

Da notare che non mancavano i bambini, che come spesso accade sono i più ricettivi e curiosi. Solo una persona si è dimostrata turbata, tanto da uscire.

Bisogna aggiungere che i corpi plastinati sono stati donati volontariamente da persone informate sull’utilizzo dei propri resti dopo la morte e sono esposti in forma anonima, come avverte un pannello all’inizio del percorso espositivo.

Body Words è stata ribattezzata, da Gianluca Nicoletti, una Ikea del post mortem che banalizza la morte rassicurando sulle paure dell’uomo d’oggi e su una certa cultura della visibilità, dell’immagine del corpo e del voyeurismo a esso connesso.

Credo sia una mostra che si accetta o si rifiuta, in modo assoluto. Non possono esistere vie di mezzo.

E infatti le opinioni si dividono in modo netto tra sostenitori e denigratori, anche quando si parla dell’opera di von Hagens dal punto di vista artistico: si tratta di arte? Svilimento? Commercio?

Gunther von Hagens è un personaggio con le sue luci e le sue ombre. Soprannominato “Dottor Morte”, la sua figura non è certo esente da critiche e accuse accumulatesi negli anni.

Credo che ognuno possa giudicare da sè, personalmente sono convinto che una mostra di questo tipo può aiutare ad apprezzare il nostro corpo e a conoscerne l’anatomia (e infatti non mancavano, tra i visitatori, gli studenti di medicina che “ripassavano”).
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von aghens chitarrista

Conosciamo così poco il nostro corpo da scandalizzarci e… scandalizzarlo, da non riconoscere quel posto nella natura che ci spetta come specie. Ben vengano allora mostre di questo tipo, al di là delle polemiche, comprensibili, che generano.

Ed è un utile compendio per gli antropologi fisici, spesso concentrati per lo più sullo scheletro e poco sul vivente.

Per quanto infatti la mostra non sia incentrata sull’evoluzione e l’antropologia, ha sicuramente delle potenzialità in tal senso, e merita di essere visitata dagli studenti e cultori della nostra disciplina.
 
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