Gabriel Garcia Marquez morto: le sue frasi più belle

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raffa:>
view post Posted on 19/4/2014, 13:39     +1   -1




Gabriel Garcia Marquez morto: le sue frasi più belle
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E’ scomparso ieri sera all’età di 87 anni Gabriel Garcia Marquez, scrittore e giornalista colombiano. “Non c’è atto di libertà individuale più splendido che sedermi a inventare il mondo davanti ad una macchina da scrivere” è la frase che sta circolando più spesso nei vari siti che riportano la notizia della sua morte e, probabilmente, è anche quella che lo identificava di più. Sui Social Network è partita una sorta di veglia funebre 2.0, come spesso accade quando una personalità famosa passa a miglior vita: gli utenti del web vogliono ricordarlo attraverso frasi, aforismi e citazioni che lo stesso genio della letteratura ha condiviso con il suo pubblico in più di 60 anni di carriera.

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Ecco alcune delle frasi più belle di Gabriel Garcia Marquez, prima tra tutte l’incipit di “Cent’anni di solitudine“, il romanzo più popolare del Premio Nobel: “Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito”.
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“Si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna, il cuore ha più stanze di un bordello”, L’amore ai tempi del colera.

Ho sempre sostenuto che la gelosia ne sa più della verità”, Memoria delle mie puttane tristi.

“Gli sembrava così bella, così seducente, così diversa dalla gente comune, che non capiva perché nessuno rimanesse frastornato come lui al rumore ritmico dei suoi tacchi sul selciato della via, né si sconvolgessero i cuori con l’aria dei sospiri dei suoi falpalà, né impazzissero tutti d’amore al vento della sua treccia, al volo delle sue mani, all’oro del suo ridere”, L’amore ai tempi del colera.

“Lei gli domandò in quei giorni se era vero, come dicevano le canzoni, che l’amore poteva tutto. ‘E’ vero’, le rispose lui ‘ma farai bene a non crederci’”, Dell’amore e di altri demoni.

“Non si muore quando si deve, ma quando si può”, Cent’anni di solitudine.
leonardo.it
 
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