Daspo per cinque anni a Genny ‘a carogna, il capo ultrà del Napoli che tiene in ostaggio il calcio

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raffa:>
view post Posted on 7/5/2014, 04:45     +1   -1




Daspo per cinque anni a Genny ‘a carogna, il capo ultrà del Napoli che tiene in ostaggio il calcio
Figlio di un presunto affiliato alla camorra, è l’uomo che ha mediato con le forze dell’ordine per placare la sua curva e dare il via alla finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli. Su Twitter la gente si scatena, ma per lui scatta un Daspo di 5 anni

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Genny 'a carogna,

Ha “interloquito” con le forze dell’ordine per calmare la propria curva prima dell’inizio della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli. Anche se più o meno per tutti – ma la questura smentisce- è l’uomo della “trattativa” con le forze dell’ordine che ha permesso di dare il via all’incontro.


RITRATTO DI GENNY ‘A CAROGNA- Le immagini lo ritraggono pieno di tatuaggi a cavalcioni sulla transenna della Curva. L’uomo che dà ordini e che decide: Genny ‘a Carogna. Tatuaggi sulle braccia, una maglietta che recita “Speziale libero”, in riferimento all’ultras del Catania condannato per l’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, avvenuto nel 2007. Non una provocazione, contrariamente a quanto si scrive in queste ore: sono in realtà diversi i gruppi ultras che non credono nella colpevolezza di Antonino Speziale e che chiedono una riapertura del caso.

IL CLAN MISSO - Genny ‘a carogna è al secolo Gennaro De Tommaso, classe 1973, figlio di Ciro, presunto affiliato al clan camorristico dei Misso. Così almeno ne parla Emiliano Zapata Misso, nipote del boss. A ottobre 2007 Zapata fa mettere a verbale che nella curva A del San Paolo «esistono alcuni gruppi organizzati di ultras: in particolare vi sono i Mastiffs, il gruppo Rione Sanità, le Teste Matte e, per un periodo anche la Masseria Cardone. I Mastiffs sono un gruppo che ricomprende essenzialmente tifosi del centro storico e cioè Forcella, Piazza San Gaetano, Pietro Colletta. I capi dei Mastiffs sono Gennaro De Tommaso, detto “Genny a Carogna”, che è il figlio di Ciro De Tommaso, che è un camorrista affiliato al clan Misso». Sostiene poi che «la gran parte di questi capi ultras avevano una serie di introiti economici provenienti per lo più da attività criminali».

I MASTIFFS - I Mastiffs nascono agli inizi degli anni 90, Genny diventa ben presto il loro leader assoluto. A lui si è rivolto il calciatore Marek Hamsik per trovare una soluzione al clima creatosi nella partita, cominciata con 45 minuti di ritardo. Difficilmente può sapere quanto messo a verbale da un altro pentito, Salvatore Russomagno, nel febbraio 2013, in cui l’uomo parla proprio di lui, Hamsik, e del gruppo di Genny ‘a Carogna, i Mastiffs.

RAPINATI SE GIOCANO MALE - Secondo Russomagno ci sarebbero stati infatti ben 8 colpi, tra il 2008 e il 2012, tra i quali quelli ai danni della moglie di Edison Cavani, della compagna di Ezequiel Lavezzi e proprio ai danni di Hamsik, messi a segno non da rapinatori comuni, no. Dai Mastiffs: «Le rapine avvengono quando un calciatore gioca male, non si presenta presso i circoli sportivi oppure parla male dei tifosi». Di più: «I Mastiffs non gradirebbero le dichiarazioni dei calciatori contro la violenza negli stadi».

GENNY IN “CAMPAGNA ELETTORALE”- I Mastiffs da parte loro hanno sempre smentito. Intanto Genny è al centro dell’attenzione: la sua foto ha fatto il giro del mondo. Su twitter sono circolate miriadi di foto ironiche e allusive. E ora la sua “serata” viene usata anche in campagna elettorale: Beppe Grillo ne ha fatto un fotomontaggio con la faccia del premier Matteo Renzi, che l’altra sera si trovava per contro in tribuna.

LA SMENTITA DI ‘A CAROGNA- Genny, da parte sua, ha affidato la propria verità ad un’intervista al Messaggero, smentendo trattative con polizia e calciatori: «Quelle che sono state scritte sono tutte sciocchezze. Hamsik è venuto da noi solo per rassicurarci sulle condizioni del nostro amico, per dirci che stava meglio, che poteva farcela. Lo stesso messaggio che ci hanno dato le forze dell’ordine. Noi abbiamo parlato con tutti con calma e rispetto, senza minacce o provocazioni. Non c’è stata alcuna trattativa tra la Digos e la curva partenopea sull’opportunità di giocare o meno la partita».

IL DASPO- Intanto Genny ‘a carogna è stato raggiunto da un provvedimento di Daspo: non potrà assistere a competizioni sportive per cinque anni. Il suo “vice”, Massimiliano Mantice, invece, per tre anni. Il motivo? La maglietta indossata con la scritta “Speziale libero”.

LA REAZIONE- I Mastiffs non ci stanno e promettono che alla prossima partita indosseranno tutti la stessa maglietta con la scritta incriminata. Marina Grasso, vedova dell’agente Raciti, ha dichiarato a Radio 24: «A questa notizia dovrebbe dare una risposta il presidente del Consiglio… Chiudete, non fate giocare, basta. Uno Stato forte prende delle misure forti, non è essenziale una partita di calcio, se ne può fare anche a meno».

L’INCONTRO A RISCHIO- E la questura si è fatta sentire, precisando che l’esposizione di cartelli, striscioni o magliette incitanti alla violenza porteranno al non avvio o alla sospensione dell’incontro Napoli-Cagliari.

e.m.oggi.it

che vergogna..in mondovisione... serata da dimenticare :sick: o meglio da ricordare per cambiare...
 
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