Venezia sconvolta dallo scandalo Mose. Arrestati in 35. L'accusa: «A Galan 800mila euro»

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raffa:>
view post Posted on 4/6/2014, 17:24     +1   -1




Venezia sconvolta dallo scandalo Mose. Arrestati in 35. L'accusa: «A Galan 800mila euro»

di Barbara Ganz4 giugno 2014Commenti (101)

Un'inchiesta che sconvolge Venezia. L'inchiesta sugli appalti del Mose, il sistema di dighe mobili per la salvaguardia di Venezia, approda alle alte vette della politica e del management che fa capo alle società che partecipano alla realizzazione dell'operan una delle grandi opere indicate dalla Legge Obiettivo. Venticinque persone sono in carcere, 10 ai domiciliari, due sono colpite dagli stessi provvedimenti ma si tratta di parlamentari e quindi ci vuole l'autorizzazione specifica. Questi ultimi sono l'ex governatore del Veneto Giancarlo Galan, di Forza Italia e l'ex europarlamentare non rieletta dello stesso partito, Lia Sartori. Ai domiciliari, tra gli altri, anche il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, Pd, coinvolto con l'accusa di finanzamento illecito di partito. Un centinaio in tutto le persone indagate.

Un terremoto che covava dal 2009 quando iniziarono le indagini della Guardia di Finanza con accertamenti fiscali nell'ambito delle società collegate al Consorzio Venezia Nuova. Lo scorso anno il primo arresto eccellente, quello di Piergiorgio Baita, amministratore delegato della Mantovani Costruzioni, colosso del settore che partecipava ai lavori del Mose e che oggi é presente anche tra le aziende per l'Expo di Milano. Pochi mesi dopo, finì in manette l'ingegner Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio Venezia Nuova, considerato il «padre» del Mose.
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All'alba di oggi, invece, 300 finanzieri hanno eseguito i 35 arresti e operato sequestri di beni per 40 milioni di euro con un blitz che ha gelato la città lagunare. Il procuratore capo Luigi Delpino ha spiegato che «é venuto alla luce un sistema ben radicato di illegalità ad un certo livello». Un sistema «per molti versi simile se non uguale a quello del 1992, per certi versi più sofisticato: perfino le persone coinvolte sono in parte le stesse», ha sottolineato il procuratore aggiunto Carlo Nordio. Una Tangentopoli che, dunque, non se ne è mai andata: fatture false per operazioni inesistenti, in sostanza, venivano usate non tanto per evadere il fisco, ma per creare provviste per commettere altri reati. I fondi neri, creati all'estro – San Marino e Svizzera perlopiù – «sono stati utilizzati per campagne elettorali e, in parte, anche per uso personale da parte di alcuni esponenti politici. Hanno ricevuto elargizioni illegali persone di entrambi gli schieramenti», ha aggiunto Nordio.Dazioni proseguite anche in tempi recenti, e non finalizzate ad atti specifici, ma corrisposte per una «generica disponibilità a collaborare». Finora sono state contestate fatture false per 15 milioni, «costi ricaduti due volte sulla collettività, in termine di tributi non pagati e di corruzione», hanno detto in Procura, con una precisazione finale: «Non c'è alcuna intenzione di interferire con la realizzazione di un'opera come il Mose, che onora l'Italia perché rappresenta ingegneria all'avanguardia». Il modulo sperimentale di sollevamento elettromeccanico per la difesa di Venezia dalle acque alte eccezionali dovrebbe essere completato entro il 2016; il costo complessivo supera i 5.400 milioni (prezzo «chiuso» stabilito nel 2005), lo stato di avanzamento dei lavori é pari all'87% e, ad ottobre, serviva ancora un miliardo circa.

I soggetti coinvolti nell'inchiesta
Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni è indagato per finanziamento illecito ai partiti. Fra gli arrestati dalle Fiamme Gialle anche l'assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso, il consigliere regionale Pd Giampietro Marchese, il presidente del Coveco, cooperativa impegnata nel progetto Mose, Franco Morbiolo, il generale in pensione Emilio Spaziante, l'amministratore della Palladio Finanziaria spa Roberto Meneguzzo. Misura sospesa per il senatore di Fi Giancarlo Galan, ex presidente della Regione Veneto, per il quale serve l'autorizzazione del Senato. Galan è indagato con l'accusa di aver ricevuto fondi illeciti per almeno 800mila euro dal Consorzio Venezia Nuova (Cvn) nell'ambito delle opere del Mose. Le dazioni, da fondi neri realizzati dal Consorzio e dalle società che agivano in esso, risalirebbero agli anni tra il 2005 e il 2008 e il 2012.

Dall'indagine sul Mose è emerso un sistema che ha prodotto 25 milioni di euro di fondi neri, dei quali ora si è «accertata la destinazione risalendo a responsabilità soggettive», ha detto il comandante della Gdf del Veneto, Bruno Buratti. La Procura sottolinea il ruolo del Nucleo polizia tributaria e della Finanza, «che anche resistendo a tentativi di interferenze nell'ambito di una indagine complessa e difficile ha consentito di far emergere settori di illegalità e recuperare ingenti risorse finanziarie frutto di attività illecite».

Le genesi dell'indagine
Gli arresti eccellenti di questa mattina all'alba in Veneto partono da una inchiesta della Guardia di finanza di Venezia avviata circa tre anni fa. Il pool di pm Stefano Ancillotto, Stefano Buccini e Paola Tonino (Dda) avevano scoperto che l'ex manager della Mantovani Giorgio Baita, con il beneplacito del proprio braccio destro Nicolò Buson aveva distratto dei fondi relativi al Mose, le opere di salvaguardia per Venezia, in una serie di fondi neri all'estero. Il denaro, secondo l'accusa, veniva portato da Claudia Minutillo, imprenditrice ed ex segretaria personale di Galan, a San Marino dove i soldi venivano riciclati da William Colombelli grazie alla propria azienda finanziaria Bmc. Le Fiamme gialle avevano scoperto che almeno 20 milioni di euro, così occultati, erano finiti in conti esteri d'oltre confine e che, probabilmente, erano indirizzati alla politica, circostanza che ha fatto scattare l'operazione di questa mattina all'alba. Dopo questa prima fase, lo stesso pool, coadiuvato sempre dalla Finanza, aveva portato in carcere Giovanni Mazzacurati ai vertici del Consorzio Venezia Nuova (Cvn). Mazzacurati, poi finito ai domiciliari, era stato definito "il grande burattinaio" di tutte le opere relative al Mose. Indagando su di lui erano spuntate fatture false e presunte bustarelle che hanno portato all'arresto di Pio Savioli e Federico Sutto, rispettivamente consigliere e dipendente di Cvn, e quattro imprenditori che si spartivano i lavori milionari.

il sole 24 ore
:chepalle: :chepalle: :verde: i

il solito sport del magna magna...
 
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Rosa/
view post Posted on 5/6/2014, 14:25     +1   -1




uno schifo..... :rabbia: chi mangia di qua chi mangia di la...... ma tanto la faranno franca così è l'Italia purtroppo :angry:
 
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hassia
view post Posted on 9/6/2014, 21:32     +1   -1




meglio che sto zitta va!
 
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2 replies since 4/6/2014, 17:24   13 views
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