SIMONCELLI, SALMA IN ITALIA: PAPÀ PAOLO IN LACRIME

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Rosa61
view post Posted on 25/10/2011, 15:32     +1   -1




SIMONCELLI, SALMA IN ITALIA:
PAPÀ PAOLO IN LACRIME
20111025_paolo-simoncelli-dolore-fiumicino-tragedia-sic

ROMA - «Marco è sempre stato disponibile con voi, spero anche io di fare altrettanto. Grazie veramente a tutti». Queste le parole, prima di salire sull'auto che ha seguito il carro con a bordo il feretro di Marco Simoncelli, del papà del pilota morto in Malesia, Paolo. La salma di Simoncelli è in viaggio verso Coriano, il suo paese che lo aspetta per dargli l'ultimo saluto. Domani mattina verrà aperta la camera ardente e giovedì dovrebbero svolgersi i funerali.
Gli applausi, qualche bandiera, mazzi di fiori e l'abbraccio di tutto lo sport italiano hanno accolto il ritorno della salma di Simoncelli, sbarcata a Fiumicino questa mattina poco dopo le sei. Marco è tornato in Italia, il viaggio più triste del pilota 24enne morto nel tragico incidente di domenica sulla pista di Sepang. Un centinaio di operatori aeroportuali ha salutato l'arrivo del feretro con un lungo e sentito applauso.
Sullo stesso volo il papà del pilota, distrutto dal dolore, e la fidanzata Kate, ma anche Valentino Rossi, amico e compagno di Marco, che al gp malese con Colin Edwards ha inconsapevolmente investito Simoncelli quando era già a terra: ad accoglierli il presidente del Coni, Gianni Petrucci, e il segretario generale, Raffaele Pagnozzi, a rappresentare tutto il mondo sportivo. Un cuscino tricolore, a nome del Coni, è stato adagiato sul feretro del campione. A Fiumicino era presente anche il presidente della Federmoto, Paolo Sesti.
«Al papà ho detto poche frasi - le parole di Petrucci -. Domenica quando abbiamo disposto il minuto di raccoglimento, prima delle partite, c'è stata una totale dimostrazione di quanto fosse amato questo atleta. Era un ragazzo sempre sereno e disponibile. La nostra presenza qui è per dimostrare l'amore e l'affetto per questo ragazzo. In questi momenti bisogna solo pregare, e che Dio lo abbia in gloria. L'essere umano è fragile chi ha fede deve pregare, chi è nello sport spesso viene visto come un qualcosa di irraggiungibile e invece è fragile come tutti gli esseri umani. Marco rappresentava la gioia di vivere, se n'è andato un campione dello sport italiano»ROSSI E ALBERTO TOMBA AI FUNERALI Anche Valentino Rossi, Alberto Tomba, i piloti del Team Gresini, vari centauri del motomondiale e i piloti della Federazione Motociclistica Italiana parteciperanno alla funzione religiosa di giovedì pomeriggio, durante la quale - ha fatto sapere il Comune - la chiesa resterà chiusa al pubblico; solo la Rai è stata ammessa per le riprese della diretta del funerale. Potranno entrare nella chiesa i familiari, gli amici intimi, oltre alle personalità dello sport che hanno già dato avviso della propria presenza. Il pubblico potrà seguire i funerali attraverso i due maxischermi sistemati all'esterno della chiesa, in piazza Don Minzoni, e davanti al Comune, in piazza Mazzini, nel centro storico di Coriano. Il centro del paese rimane interdetto al traffico già da questa sera; i residenti debbono rimuovere le auto parcheggiate. Nella giornata della veglia alla camera ardente nel Teatro Comunale, domani dalle 9, il centro storico sarà raggiungibile solo a piedi per un massimo di presenze di 10.000 persone, residenti e giornalisti. Questo il limite stabilito dal commissario prefettizio e dalla protezione civile regionale, che su richiesta del prefetto di Rimini transennerà le vie del paese fino all'incrocio con la Superstrada. Il servizio d'ordine nella camera ardente sarà invece assicurato dagli amici di Marco Simoncelli, che si daranno il turno per l'intera giornata. Non si esclude infatti che la camera ardente resti aperta oltre il limite delle 22, per poter assicurare la visita a tutti quelli che voglio dare l'ultimo saluto al campione. Vietate le foto con i cellulari all'interno della camera ardente: foto potranno essere scattate solo dai professionisti. Le persone non potranno fermarsi davanti alla bara, ma dovranno scorrere.
 
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stefy76
view post Posted on 25/10/2011, 17:39     +1   -1




CITAZIONE
In questi momenti bisogna solo pregare, e che Dio lo abbia in gloria. L'essere umano è fragile chi ha fede deve pregare, chi è nello sport spesso viene visto come un qualcosa di irraggiungibile e invece è fragile come tutti gli esseri umani. Marco rappresentava la gioia di vivere, se n'è andato un campione dello sport italiano

:bojr:
 
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*Beuccia*
view post Posted on 25/10/2011, 20:19     +1   -1




Marco per te,ovunque tu sia... baciou AIEUc
 
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affar
view post Posted on 26/10/2011, 06:23     +1   -1




vicini al dolore di questa famiglia con tutto il cuore.. e' anche un nostro figlio...

Il papà: scherzavamo che sul comodino
dovevano esserci le mie ceneri/

www.ilmattino.it/video.php?id=12727
il mattino.it
 
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stefy76
view post Posted on 26/10/2011, 07:59     +1   -1




è la prima intervista del padre che vedo , credo che abbia ragione il dolore esplodera' quando resteranno soli , quando affiorerà il vuoto che il sic ha lasciato
 
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*Beuccia*
view post Posted on 26/10/2011, 11:14     +1   -1




Ieri ho seguito tutto Matrix e hanno fatto vedere le interviste ai genitori e alla fidanzata..beh vedendo i genitori non poteva che crescere un ragazzo altrettanto speciale ;)
 
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stefy76
view post Posted on 26/10/2011, 12:02     +1   -1




Rimini, 26 ottobre 2011 – «Mattia non piangere, ti prego non piangere». Quello che impressiona, in Paolo Simoncelli, è la sua forza d’animo. Il suo coraggio. Ha gli occhi lucidi, il papà del campione, che ha accompagnato ieri la salma di Marco da Roma fino a casa a Coriano, dopo aver affrontato il lungo viaggio in aereo di ritorno dalla Malesia. Piange, Paolo, perché «queste sono tragedie» e «non ci sono parole per descriverle».

Piange davanti alle telecamere che lo inquadrano a Fiumicino, lui con le lacrime agli occhi che promette ai tanti giornalisti che l’assediano: «Marco era così disponibile con voi, cercherò di fare altrettanto». Piange quando riabbraccia la moglie Rossella e la figlia Martina. Eppure è lui che sostiene e conforta gli altri, in queste ore così drammatiche. E’ lui che cerca di consolare Mattia Pasini, uno dei primissimi piloti ad arrivare ieri a casa Simoncelli, nel pomeriggio. Paolo lo vede, lo abbraccia, gli fa una carezza... «Mattia, non piangere!». Lo stesso ha fatto con Rossella e Martina: le ha strette a sè, ed è stato come se in quel momento anche Marco fosse, come per magia, lì con loro.


Rossella e Martina sono chiuse in casa dal giorno della tragedia. Come le ha trovate?
«Sono a pezzi, naturalmente. Tutti noi stiamo soffrendo tantissimo... Ma in questo momento così difficile, ci siamo accorti di non essere soli. La cosa bella, davvero, è che abbiamo avuto e continuiamo ad avere intorno a noi tantissima gente. E li voglio ringraziare tutti: dalle autorità della Malesia all’ambasciatore italiano, fino ai ragazzi del circuito di Sepang che non ci hanno mai lasciato soli un attimo, e sono stati eccezionali. E anche ieri mattina, a Roma, mi sono commosso. Non mi aspettavo tanta solidarietà. Ieri mattina centinaia di persone si sono alzate all’alba per salutare Marco. C’erano tutti».


Sembra quasi stupito di tanto affetto...
«E in effetti lo sono. Non pensavo che Marco fosse amato così tanto dalla gente. In queste ore mi sono accorto di quanto invece le persone gli volevano bene, in ogni parte del mondo. Ho ricevuto tantissimi messaggi, alcuni bellissimi che conservo ancora. E poi le telefonate, i telegrammi... Sono cose che fanno piacere. Il momento duro sarà domani sera, dopo il funerale. Quando resteremo soli, e dovremo fare i conti con questa tragedia».


Marco era un personaggio molto amato anche lontano dalle piste.
«Era una persona speciale, e forse la gente ha capito com’era lui per davvero: un onesto, un puro. Gli ho insegnato a essere un guerriero, non so se ho fatto bene o male. Forse è morto proprio per quello».


Si è discusso moltissimo in questi giorni della dinamica dell’incidente. Quando l’ha visto cadere, si è reso conto subito della gravità della situazione?
«Purtroppo sì. Ho visto volare il casco e ho subito temuto il peggio. Sono nel mondo delle corse da tanti anni, e ormai capisco immediatamente gli effetti di una caduta».


Ha parlato con Valentino Rossi dell’incidente?
«No, non ne abbiamo discusso. E voglio ribadirlo: non è colpa di nessuno, tanto meno di Valentino. E’ stata solo una tragica fatalità. Marco e Valentino si volevano molto bene, non erano solo colleghi. Tra lui e Vale c’era un’amicizia vera, così come con Mattia».


Non pochi consideravano la guida di Simoncelli troppo irruenta...
«Ma Marco era fatto così. Ce l’aveva nel sangue l’istinto di correre. Lui correva con tutto: con la bicicletta, con il motorino, con la carriola. Qualcuno (Montezemolo, ndr) l’ha paragonato a Villeneuve, è morto come lui. E io non mi dò pace. Se penso che l’ho portato io per la prima volta sulla pista, che gli ho insegnato io a correre...»


E’ il suo rimpianto più grande?
«No, perché Marco voleva correre. Non è colpa di nessuno. E’ inutile parlare. E’ il destino, un destino di m... Molti dicono che Dio si prende i migliori con sé in cielo, se così fosse sarei felice per Marco. Sono convinto che anche lassù, ora, sta correndo!».

 
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6 replies since 25/10/2011, 15:32   31 views
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