Melania, I giudici: Parolisi uccise per un rapporto negato"

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raffa:>
view post Posted on 4/1/2013, 14:43     +1   -1




MELANIA, I GIUDICI: "PAROLISI UCCISE LA MOGLIE PER UN RAPPORTO SESSUALE NEGATO"
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TERAMO - Un delitto nato da un raptus di follia. Sarebbero queste le motivazioni che avrebbero spinto Salvatore Parolisi ad uccidere la moglie Melania Rea, uccisa con 35 coltellate il 18 aprile del 2011 nel bosco di Ripe di Civitella (Teramo). A sostenerlo è il giudice di Teramo, Marina Tommolini, nelle motivazioni della condanna all'ergastolo inflitta lo scorso 26 ottobre al caporalmaggiore dell'Esercito Salvatore Parolisi.

PAROLISI ERA UN UOMO "SUDDITO" Il magistrato ha visto una diversa dinamica del delitto rispetto all'ipotesi sostenuta dall'accusa, inquadrandolo come gesto d'impeto, una reazione violenta all'ultima umiliazione subita da Parolisi: un uomo molto diverso da quello dipinto dalla pubblica accusa, non un donnaiolo, bensì una persona frustrata, che viveva «in una sorta di sudditanza morale e fisica» nei confronti della moglie, «figura dominante» della coppia, dopo che erano stati scoperti i suoi tradimenti, ultimo dei quali quello con la soldatessa Ludovica Perrone, nella quale, peraltro, - confida lo stesso Parolisi a un cugino del padre di Melania, Gennaro - continuava a «trovare conforto» dalle giornaliere umiliazioni subite dalla consorte.

RESPINTO DALLA MOGLIE Nella ricostruzione fornita dal magistrato l'omicidio si sarebbe consumato in pochi momenti, quando Melania si è spostata dietro al chiosco della pineta per fare pipì: la vista della moglie seminuda - sempre secondo il giudice - avrebbe verosimilmente eccitato Parolisi che si è avvicinato e ha baciato la donna, per avere un rapporto sessuale. Melania però avrebbe rifiutato l'avance, sia per l'ernia di cui soffriva, sia per la situazione - il posto all'aperto e il fatto che la loro bimba dormisse in auto - forse rimproverando il marito, che a quel punto ha reagito all'ennesima umiliazione, sferrando i primi colpi con il coltello a serramanico che aveva in tasca.

COMPORTAMENTO "SUBDOLO" Secondo il magistrato Parolisi «nel tentativo di allontanare i sospetti, ha fornito, con proprie dichiarazioni e interviste televisive, una mole di menzogne (così come era solito fare nella propria vita quotidiana) che, inconsapevolmente, hanno costituito una sorta di confessione, offrendo al giudicante una chiave di lettura che ha consentito di ricostruire la dinamica dell'accaduto, il movente e l'effettiva personalità di un uomo che ha vissuto e vive una propria realtà, che prende spunto dal vero, lo rielabora e, quindi, lo eleva a verità tanto da essersi già assolto dai terribili delitti commessi». Per il giudice Tommolini la commisurazione della pena è legata al mancato pentimento e al comportamento «subdolo» tenuto da Parolisi, che prima ha tentato di sviare le indagini, poi ha assistito «silente» al processo e infine ha cercato di sfruttare la figlia di tre anni per «fornire, nel ruolo che sta recitando, l'immagine del padre premuroso (pur essendo rimasto assente, per non ben spiegate ragioni, persino quando è nata)». Il collegio difensivo di Parolisi ha ora 45 giorni di tempo per presentare il ricorso in appello.
leggo.it
:huh:
 
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